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Il monte Buch
Il monte Buch
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Turismo
Descrizione
Dislivello
: m 900
Tempo di percorrenza
: ore 7
Percorso
: Palent — sentiero Reino Jano — Monte Buch — C.ta Chiglia — Cappella di San Teodoro (Marmora) — Parrocchia di Marmora — b.ta Superiore di Marmora — P.O. — Palent.
Difficoltà
: EE
Questo percorso ad anello risulta impegnativo sia per la lunghezza (gli spostamenti sono notevoli) che per il dislivello da superare; presentando inoltre un tratto piuttosto ripido nella salita al Monte Buch, è consigliabile ad escursionisti ben allenati.
Il punto di partenza è situato alla
borgata Palent
(1463m), la più elevata fra quelle di Albaretto, collegata al fondovalle da una rotabile interamente asfaltata, ma stretta e ripida, che si stacca sulla destra dalla provinciale per Celle, lascia poi sulla destra la diramazione per Aramola e, transitando per Serremorello e Colletto, raggiunge Palent (km 9).
Subito prima della borgata si imbocca sulla sinistra una pista forestale, ancora per breve tratto asfaltata, sulla quale è vietato il transito agli autoveicoli. Si trascurano dapprima una prima diramazione sulla destra che porta alla parte alta della borgata, poi, dopo un tornante, un sentiero della GTA che si stacca sulla sinistra e che conduce a Colletto. Procedendo verso Nord sulla pista si va a doppiare con un tornante una dorsale e, dopo una breve discesa, si percorre un tratto sul crinale divisorio della conca di Palent, dove il tracciato è in comune con quello dei
Percorsi Occitani
(sono presenti pertanto le usuali tacche gialle). Procedendo sulla pista si lascia poco dopo a destra l’itinerario dei Percorsi Occitani che prosegue per Marmora. Una trentina di metri dopo quest’ultimo bivio, si rintraccia sulla destra l’inizio di un sentiero che prende ad innalzarsi, dapprima moderatamente, nel faggeto. Procedendo sul versante di Palent, si raggiunge una radura in località denominata l’
Arpiola
(1650m). Di qui la salita riprende più ripida, seguendo prevalentemente il filo della dorsale che il Monte Buch dirama verso Nord-Est e che separa la conca di Palent dalla comba del rio Mezzogiorno. Fra radi larici la traccia, con brusche impennate fra cespugli dai lampone, si innalza fino ad una sella erbosa denominata
Pian dei Morti
(2000m). Tale toponimo fa riferimento alla leggenda secondo la quale qui avrebbero trovato sepoltura i soldati di Napoleone, decimati dagli stenti e da una misteriosa epidemia. Sicuramente, per il panorama sul versante sinistro della Valle Maira e sulla sua testata, la località poteva rappresentare un ottimo punto strategico per l’osservazione a scopi militari. Un’altra leggenda legata a questo luogo si riferisce invece alle solcature presenti sul pendio erboso che adduce alla cima e che sarebbero dovute allo strascico del mantello della regina Giovanna d’Angiò.
Da Pian dei Morti il sentiero risale la prateria erbosa fino alla cima del
Monte Buch
(2112m). In discesa, si taglia verso Sud-Ovest il pendio erboso sul versante opposto a quello di salita per raggiungere una pista sterrata sottostante (1950m), che scende verso Sud transitando per la cappella di
San Teodoro
(1826m) fino a congiungersi con la strada sterrata che da Marmora sale al Colle Intersile. Quest’ultima va seguita in discesa mentre con una serie di tornanti si abbassa in una brulla zona rocciosa fino alla sella che ospita le
grange Cros
(1712m). In un rado lariceto si prosegue fino a
Parrocchia di Marmora
(1548m), dove la pista ha termine. Su strada asfaltata si raggiunge la
borgata Superiore di Marmora
(1523m), dove si ritrovano le tacche gialle dei
Percorsi Occitani
imboccando, di fianco alla cappella, una mulattiera dove compare una targa segnaletica che reca la scritta
“Via Napoleonica”
. Si tratta di un tracciato risalente al 1700 e noto come
“strada dei cannoni”
che collegava Casteldelfino con la Valle Stura attraversando la valle Maira: non più utilizzato, venne restaurato in epoca napoleonica (da cui la denominazione). La mulattiera si inoltra pianeggiante fra i pascoli: raggiunta una croce in legno inizia ad innalzarsi nel lariceto. Con una serie di saliscendi vengono superati alcuni vallonetti separati da modeste coste rocciose, fino ad un più marcato costone che si supera di fianco a un dente di roccia giallastra (1621m). Tagliato un ultimo profondo avvallamento fra i larici , il sentiero raggiunge il
Colle Sottano dell’Encucetta
(1601m) che offre un eccezionale panorama sul Monte Oronaye e sulla catena Chersogno-Rocca Gialeo-Pelvo d’Elva. Lasciata la diramazione che scende a sinistra a Bassura di Stroppo, si prosegue a destra per il ripido sentiero che con una serie di tornanti risale la dorsale Marmora-Turnoira fino alla radura che precede il
Colle Soprano dell’Encucetta
(1701m) dal quale si pianeggia nella
Comba Turnoira
. Tagliato un primo avvallamento e lasciata a sinistra una diramazione per le
grange Fermis
, si sale fino ai piedi della
Balma Rustagn
(ricovero scavato sotto una roccia strapiombante), quindi ci si innalza ancora per superare la dorsale divisoria con la
Comba del rio Fiota
(1720m). Il sentiero scende ora decisamente a superare il vallonetto del suddetto rio e, dopo un tratto pianeggiante, riprende la discesa fino a superare il
rio Giardino
(1600m). Aggirato un ultimo costone si ritorna nella conca di
Palent
che si raggiunge seguendo il sentiero che taglia i tornanti della pista forestale.
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