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Descrizione

Localizzazione
Borgata Bedale, quota 815m s.l.m., sinistra orografica

Cenni storici e sociali
Come spesso accade per la maggior parte dei manufatti alpini, anche per il forno di Bedale dell'Arma risulta di difficile individuare una datazione precisa per l'impianto originario. Certamente coevo delle prime case colonizzatrici della borgata, in queste o altre forme, il forno si colloca in prossimità dell'ingresso nord della borgata, ove le due lunghe schiere di case si affacciano sul sentiero e vanno via via a comporre l'attuale aggregazione lineare.
Sappiamo essere, la borgata di Bedale, di impianto piuttosto antico. Essendo il forno tra gli edifici essenziali per la sopravvivenza della comunità, è lecito pensare che fosse presente già dalle origini. Come sempre accade per gli edifici, nel corso dei secoli si è agito sul forno attraverso manutenzioni e modifiche, testimoniate anche dall'impiego di materiali differenti, riconducibili a periodi altrettanto diversi, fino ad ottenere l'attuale manufatto.
Il forno di Bedale è un tipico esempio di struttura per la panificazione di media-alta valle, di proprietà comunale da tempo immemorabile e utilizzata quindi da tutte le famiglie della borgata.
In valle, sia nelle borgate più alte che in quelle più basse, numerosi sono gli esempi di forni. La panificazione era un procedimento piuttosto complesso, non privo di regolamentazioni e in parte anche di accenni rituali. Specie in alta valle, la panificazione avveniva una o due volte l'anno, coinvolgendo pressoché tutte le famiglie della borgata, che a turno si occupavano dell'accensione e del preriscaldamento del forno (la procedura più impegnativa e onerosa per il grande quantitativo di legna necessario) e secondo una sequenza determinata utilizzavano la struttura per la cottura di pani e alimenti (destinati ad essere conservati per mesi).
La dimensione della camera di cottura del forno era proporzionale alla capienza dei pani da cuocere, quindi del numero di famiglie - cioè della dimensione della borgata - che ne faceva utilizzo e della frequenza di utilizzo. Solitamente, le borgate di alta valle possedevano un forno di capienza consistente, che in alcuni casi assumeva proporzioni monumentali (Chiappera di Acceglio, Reinero di Marmora), mentre in bassa valle, ove la panificazioni avveniva con più frequenza, i forni erano più piccoli e versatili.
La cottura avveniva attraverso il calore dei fumi, che con moti convettivi circolavano all'interno della camera di cottura, fino a fuoriuscire dalla bocca e confluire nella canna fumaria (se presente) o disperdersi nell'ambiente.

L'edificio
Il forno comunitario di Bedale, nella forma attualmente osservabile, risulta chiaramente il frutto di un suo inglobamento nell'ambito dell'edificio abitativo soprastante. Molto probabilmente, in origine l'edificio abitativo risultava di dimensioni ridotte e il forno isolato, composto dalla sola camera di cottura racchiusa in un manufatto coperto da unica falda, non sappiamo se preceduto da antilocale (pastin) .
Il prolungamento e la sopraelevazione dell'edificio (probabilmente avvenuta nel XIX secolo) in direzione del forno ha generato una struttura mista composta da: camera di cottura del forno, antilocale coperto con pubblico transito attraverso il portico, edificio abitativo privato.
Dalle linee ribassate degli archi di ingresso al portico e della volta di copertura dell'antilocale, sarebbe confermata l'epoca del rimaneggiamento, avvenuto secondo una soluzione salvaspazio che se da un lato rispondeva alla necessità di un incremento volumetrico abitativo (sulla spinta dell'espansione demografica dei inizio Ottocento), dall'altro provocava non pochi problemi per la gestione dei fumi provenienti dalla cottura, fumi che una volta espulsi dalla bocca del forno si disperdevano nell'ambiente porticato (e se ne possono vedere ancora le tracce). L'ambiente è dotato, oltre che dei due varchi di passaggio, di una finestra laterale, utile per l'apporto dell'aria di combustione.
All'interno dell'antilocale porticato, che fungeva anche da camera di preparazione, sono ancora presenti mensole in pietra a sostegno di tavoloni per l'appoggio dei pani e numerose nicchie, specie nella parete della camera di cottura ove sono collocate a comporre con la bocca del forno il consueto disegno simmetrico evocativo della Trinità.
Il manufatto che ospita la camera di cottura è stato ristrutturato in epoca recente, con il ripristino della falda di copertura con manto in lose e la dotazione di canna fumaria autonoma sfociante direttamente in sommità. Il forno è ancora utilizzato nelle occasioni principali.



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