Il lavoro di chi partiva.
I macresi nel tempo intrapresero le più svariate attività. Molti lasciavano il proprio paese per svolgere lavori stagionali in proprio o a servizio di altri. Ad Albaretto in particolare si sviluppò il mestiere dei bottai . Ad Alma il mestiere degli acciugai caratterizzò, come in altri comuni di valle, l’economia locale. Le donne andavano spesso a servizio in pianura oppure a raccogliere lavanda e a lavorare in Provenza. I bambini venivano dati in affitto stagionalmente ai margari .
Il lavoro di chi restava.
I macresi furono produttori e commercianti di tele di canapa, raccoglitori e venditori di erbe officinali, esperti legnaioli e viticoltori. Coloro che rimanevano si dedicavano principalmente all’ agricoltura e alla pastorizia che in generale forniva la sussistenza alimentare per la famiglie. Il terreno veniva lavorato a terrazzamenti, i cosiddetti “bars”, con coltivazioni di diversi tipi di cereali: orzo, segale, grano saraceno. Sui versanti assolati vi era invece la coltivazione della vite da cui si produceva un vino già menzionato in un documento del 1160. Nel secolo scorso a Macra c'erano sei osterie.
L’anchoier (l’acciugaio). Con questo termine si indicava il venditore di acciughe, mestiere caratteristico della Valle Maira e in particolare degli abitati posti sulla destra orografica del fiume Maira: dal vallone di Moschieres a Paglieres, Lottulo, Macra e Celle di Macra. Questo mestiere aveva una scadenza stagionale: iniziava a settembre e terminava quando era possibile riprendere i lavori agricoli. Il pesce arrivava dai mari del sud, soprattutto dalla Sicilia, ma anche dal Marocco, Algeria, Spagna e Portogallo, al porto di Genova, dove gli anciuè si rifornivano. Dopo il secondo conflitto mondiale nei grandi mercati si affermarono alcuni grossisti; sorsero così dei veri e propri monopoli di questo commercio gestiti da alcune famiglie, tutte originarie della valle Maira.
Lo cibrier (il bottaio). Con questo nome venivano definiti i fabbricatori di botti, tini, barili, torchi, ecc. Come l’acciugaio, il mestiere del bottaio era un’attività stagionale. Qualcuno lavorava in paese costruendo barilotti, secchi, zangole, ecc. da vendere il lunedì al mercato di Dronero e nei paesi vicini. Altri invece partivano in ottobre verso la pianura, le Langhe, il Monferrato e la Liguria presentandosi nei villaggi, nelle cittadine e nei cascinali per offrire la loro opera. Di bottai ad Albaretto nel 1935 ve n’erano ancora dodici.
L'attività di oggi. Oggi Macra presenta una densità di popolazione molto bassa. la maggior parte dei cittadini adulti svolge la propria attività fuori dal comune di residenza.Ciò nonostante esiste una discreta vitalità nei settori agricolo e turistico grazie alla costanza di alcuni. Ciò avviene in particolar modo nel territorio di Albaretto, in borgata Palent, dove l’unica famiglia attualmente residente ha fortemente investito nella coltivazione di genepy e erbe officinali. In borgata Villar vi è ancora la presenza di agricoltori che producono principalmente ortaggi, patate, lamponi e prodotti biologici.
Grazie al pregio ambientale della valle, in questi anni nel settore turistico vi sono stati investimenti significativi. Ciò ha permesso la rivitalizzazione complessiva del territorio: una locanda a Camoglieres, alcuni accoglienti rifugi e la buona ospitalità dei Bed&Breakfast nelle borgate Bedale e Palent offrono a Macra servizi ricettivi di qualità molto apprezzati dai turisti.